Nel 15 a.C. nel trattato De architectura dell’architetto romano Vitruvio si parla di come, per costruire i grandi monumenti ancor oggi presenti, venissero utilizzati diverse macchine semplici riprese dagli studi di Archimede.
I Romani furono grandi interpreti delle invenzioni greche ed abili ottimizzatori di queste invenzioni. I risultati sono ancora sotto i nostri occhi.
Le macchine semplici maggiormente utilizzate solo le seguenti:
la puleggia/carrucola (orbiculus)

il verricello ad asse orizzontale (sucula) o argano,

quello ad asse verticale (ergata),

un insieme di carrucole fise e mobili paragonabili agli attuali paranchi/taglie (rechamus)

le capre o biga (rechamum) che derivano dall’applicazione congiunta delle pulegge e dell’argano

•Gru calcatoria /macchina tractoria di Vitruvio

Il Colosseo o anfiteatro Flavio venne iniziato dall’imperatore Vespasiano nel 72 d.C. e inaugurato dal figlio Tito nell’80. Secondo un documento del IV secolo, esso riusciva a contenere circa 85000 spettatori, ma studiosi contemporanei ritengono che potesse ospitare solo 50000 persone almeno da seduto.
Il Colosseo di Roma di forma ellittica aveva una area dedicate ai giochi di 86m x 54m la cui pavimentazione era realizzata in legno e ricoperta di sabbia che veniva costantemente rinnovata. Il pavimento era sorretto da murature. Sotto il pavimento vi erano 12 corridoi comunicanti tra di loro e 80 montacarichi per fare salire belve, gladiatori, scenografie ecc.


Il colosseo rimase il sito con più numero di montacarichi presenti fino alla prima rivoluzione industriale

Oggi, nel sito è disponibile una ricostruzione funzionante di questi montacarichi.
